MIRTILLO NERO
FAMIGLIA: Ericaceae.
HABITAT: abbondante nel sottobosco con terreno siliceo e quindi acido in mezza montagna, in tutto l’emisfero settentrionale.
PARTE USATA: le foglie e le bacche raccolte in estate.
PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e titolato in antocianosidi totali espressi come antocianidine min. 23,8% e max. 26,2% (Farmacopea Italiana X). La posologia giornaliera utilizzata negli studi pubblicati in letteratura è di 2-3 mg./kg/die, suddivisa in due o tre somministrazioni preferibilmente lontano dai pasti. Siccome tali studi sono stati condotti con estratti diversi con titoli diversi, il valore posologico suddetto rappresenta un valore medio indicativo.
COMPOSIZIONE CHIMICA: è una droga ricca di antocianine, delle quali almeno sette sono state identificate e sono: cianidina, delfinidina, pelargonidina, malvidina, peonidina, irsutidina e petunidina. Ritroviamo poi dei flavonoidi, degli zuccheri semplici e complessi, degli acidi organici, degli acidi fenolici. Abbondanti sono anche i tannini.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE:
Azione antiradicalica e cardio-vasoprotettiva. Studi in vitro e nell’animale: i polifenoli del mirtillo inibiscono validamente i radicali liberi, essendo in grado di intrappolare tutte le specie radicaliche conosciute in modelli di perossidazione lipidica membranaria. Inoltre essi proteggono le membrane cellulari dalla perossidazione lipidica sia intrappolando i radicali formatisi sia costituendo dei chelati che rendono le strutture cellulari indisponibile alle reazioni di ossidazione.
L’estratto secco di mirtillo è in grado di ridurre notevolmente, in vitro, l’ossidazione delle LDL indotta dal rame, come risulta dalla spiccata riduzione della formazione di lipoperossidi e di altri prodotti di ossidazione. Tale azione diviene massimale dopo circa 60 minuti e permane su livelli significativi per circa 6 ore, ed è molto importante poiché è ormai ben dimostrata l’importanza dell’ossidazione delle LDL nella genesi dell’aterosclerosi vascolare. Inoltre l’estratto di mirtillo nero ostacola i danni causati dai radicali liberi anche a livello del sistema nervoso centrale e migliora le difese antiossidanti dell’intero organismo.
A livello del cuore e dei vasi l’estratto di mirtillo protegge la parete dei vasi sanguigni e del cuore dai danni causati dai radicali liberi. Inoltre favorisce la vasodilatazione e quindi il passaggio del sangue nei vasi capillari, migliorando in questo modo il rifornimento di ossigeno. Inoltre ostacola la formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni e ne favorisce la robustezza e l’elasticità.
Azione antiradicalica e cardio-vasoprotettiva. Studi clinici: Uno studio clinico ha valutato l’effetto dell’estratto secco di mirtillo sui livelli plasmatici delle lipoproteine e sull’ossidazione delle LDL. Sono stati arruolati 21 soggetti apparentemente sani, che dovevano bere 7 ml/kg di peso al giorno di succo di mirtillo per 2 settimane. La somministrazione del succo di mirtillo portava, dopo 2 settimane, ad un calo significativo delle LDL ossidate e a un significativo aumento della capacità antiossidante plasmatica totale. Non si notavano variazioni significative del colesterolo e dei trigliceridi. Lo studio conferma che il succo di mirtillo riduce le LDL ossidate e migliora le difese antiossidanti totali nell’uomo.
Uno studio clinico ha valutato se il consumo di mirtillo con la dieta potesse ridurre l’ossidazione dopo il pasto causata da una dieta ricca di carboidrati e di grassi. Sono stati arruolati 14 volontari sani, che tenevano una dieta del tipo suddetto supplementata con 75 o con 35 g/die di mirtilli freschi o con un placebo per 3 settimane, misurando l’ossidazione delle LDL e i livelli nel sangue di urati e di glucosio dopo 1, 2 e 3 ore dal pasto. Si è visto che nel gruppo trattato con 75 g di mirtilli vi era anche una significativa riduzione dell’ossidazione delle LDL dopo 3 ore dal pasto. Non vi erano alterazioni significative nei livelli di urati e di glucosio. Lo studio indica che una dose giornaliera di mirtilli di 75 g con la dieta ha una significativa azione antiossidante postprandiale nell’uomo (38).
Azione sull’occhio. Studi in vitro e nell’animale: è noto da tempo che gli estratti di mirtillo sono in grado di acuire la visione notturna. Infatti essi facilitano la rigenerazione della rodopsina, che è il pigmento retinico essenziale per la visione in condizioni di scarsa luminosità. La loro utilità a livello oculare non si limita però solo a questo; infatti essi si sono dimostrati capaci di combattere la fragilità e l’iperpermeabilità vasale, mostrando quindi un’azione antiedemigena e capillaroprotettiva, ormai ben dimostrata sia a livello del microcircolo retinico sia di quello periferico.
Azione sull’occhio. Studi clinici.
Studi clinici in controllati dimostrano che gli antocianosidi del Mirtillo riducono i danni al microcircolo retinico in modo statisticamente significativo rispetto al placebo in pazienti affetti da retinopatia ipertensiva e/o diabetica. Ricerche effettuate su soggetti adulti diabetici hanno dimostrato che la somministrazione per bocca di 600 mg al giorno di estratto secco di mirtillo provoca una significativa riduzione della sintesi del connettivo. Siccome una delle cause principali della retinopatia diabetica è l’aumentata produzione di connettivo, gli antocianosidi possono essere utili per prevenire la retinopatia diabetica.
Uno studio ha raccolto i risultati degli studi clinici sull’effetto protettivo oculare del mirtillo. Sono stati selezionati 30 studi di qualità accettabile. Questi studi indicavano una superiorità dell’estratto di mirtillo nel favorire la visione notturna e nel migliorare la circolazione del sangue nei capillari della retina.
Indicazioni principali: fragilità capillare, in particolare a livello del microcircolo retinico, insufficienza veno-linfatica, infezioni delle vie urinarie inferiori in particolare vescicali, diarrea.
Azione prevalente: capillaroprotettiva e antiossidante.
Altre azioni: antiaggregante piastrinica, cardioprotettiva.
EFFETTI COLLATERALI: nessuno degno di nota.
CONTROINDICAZIONI: nessuna rilevante
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: non conosciute a tutt’oggi.
TOSSICOLOGIA: negli studi effettuati sugli animali non è stato finora possibile raggiungere la LD50 per via orale.